L'Archeologia
Il territorio del Parco naturale regionale di Porto Conte possiede un vasto patrimonio archeologico e siti nuragici tra i più importanti dell'isola che di seguito vengono sinteticamente descritti. Un avventuroso viaggio lungo la storia millenaria di questi luoghi immersi nella natura e paesaggi unici è l'ideale per chi vuole visitare in modo assolutamente attivo e interessante l'area protetta regionale.
Nuraghe di Sant'Imbenia
Il complesso nuragico di S.Imbenia è costituito da un nuraghe complesso, formato da una torre centrale, due minori ed un bastione, e da un villaggio di capanne, messo in luce in seguito a lavori di sistemazione di un campeggio, avvenuti negli anni '80 e oggi al centro di approfondite campagne di scavo. L'importanza del complesso risiede infatti principalmente nel villaggio, lo scavo del quale ha permesso di trarre importanti informazioni sia sulla storia del sito che, ad un livello più ampio, sui rapporti tra i nuragici e genti di provenienza orientale agli inizi dell'Età del Ferro. Il villaggio, costruito più recentemente rispetto al nuraghe, Il nuraghe di Sant'Imbenia fu abitato nell'arco temporale compreso tra il XV e il V sec.a.C. circa, periodo che si può suddividere in tre fasi principali: Bronzo Medio Finale (1400-1300 a.C. ca), Bronzo Recente e Finale (Fino al 1000 a.C. ca.) e Bronzo Finale-Ferro I (1000-700 a.C. ca.). La fase che ha suscitato maggiore interesse dal punto di vista scientifico è quella più recente, testimoniata da ceramiche nuragiche ma anche d'importazione, in particolare fenicie e greche, la presenza delle quali unitamente ad altri fenomeni ha portato gli studiosi a ipotizzare la presenza stabile di genti di provenienza orientale all'interno del villaggio. Tra le capanne che sono state messe in luce nel corso degli scavi, alcune si presentano particolarmente interessanti: la "capanna con bacile", caratterizzata dalla presenza di un grosso bacile emisferico di pietra, la "capanna dei ripostigli" che deve il suo nome al ritrovamento, all'interno di essa, di due anfore vinarie riutilizzate per contenere dei piccoli lingotti di rame. Ciò che ha molto colpito è che queste due anfore, molto simili esteriormente ma fabbricate l'una al tornio l'altra a mano hanno una forma tipicamente fenicia, ma presumibilmente quella fatta a mano è un prodotto locale che imita le anfore fenicie. All'interno di questa capanna è stata rinvenuta anche una vasca di pietra di forma rettangolare. Come arrivare: uscire da Alghero e percorrere la SS127bis direzione Capo Caccia. L'ingresso al sito si trova lungo la SP55 200mt dopo l'incrocio con la SP55 direzione Capo Caccia. Essendo il sito ubicato all'interno di una proprietà privata, non è possibile visitarlo senza aver prima preso accordi con la Soprintendenza Archeologica di Sassari e Nuoro.
Nuraghe Palmavera
Il nuraghe è formato da due torri A e B, e da un cortile a cui si accede dall'ingresso principale. La torre principale, più antica, è stata successivamente rifasciata dal muro che racchiude la torre secondaria, il cortile interno e un corridoio d'ingresso con diverse nicchie. La torre principale conserva un'altezza di circa 8 m. ed ha un diametro di circa 9, la camera principale, coperta a tholos e tutt'ora intatta, ha un diametro di 4 m. e si raggiungeva attraverso un corridoio, coperto a piattabanda, che partiva dall'ingresso nel cortile. Il piano superiore era invece raggiungibile da una scala che si apre all'interno di una nicchia situata a circa 3 m. d'altezza dal pavimento e che si raggiungeva con l'ausilio di scale a pioli. La torre secondaria si raggiungeva anch'essa da un corridoio che partiva dal cortile, ed era in origine coperta atholos, oggi crollata; nelle pareti si trovano quattro feritoie. Il cortile inoltre era collegato, tramite un'altro corridoio, anche all'ingresso secondario, posto ad est. Il nuraghe PalmaveraIl nuraghe è situato al centro di un cerchio di mura fornito di tre torri piccole ed una molto grande perfettamente circolare; le mura hanno due ingressi. Intorno a questo perimetro si trovano numerose capanne circolari, circa una quarantina, appartenenti ad un villaggio nuragico, che in origine era molto più esteso. Tra le capanne spicca particolarmente la capanna delle riunioni, dotata di panche lungo il perimetro interno e con al centro un basamento circolare sopra il quale si trova un modellino di nuraghe. L'originale è oggi sostituito in loco da una copia, ed è conservato al Museo Sanna di Sassari. Le fasi storiche del complesso sono tre: nella prima, che va dal XV al X secolo a.C., viene costruita la torre centrale e alcune capanne; nella seconda (IX secolo a.C.) si costruisce la seconda torre, il corridoio, la grande capanna, ed altre capanne intorno; la terza fase (IX-VIII secolo a.C.) è caratterizzata dalla costruzione del muro esterno. L'insediamento fu abbandonato alla fine dell' VIII secolo a.C. Come arrivare. Da Alghero si prende la SS127 bis per Porto Conte, e si procede per circa 12km.: l'area archeologica è sulla destra segnalata da cartelli. Il sito è gestito dalla cooperativa S.I.L.T. Per info www.coopsilt.it
Villa Romana di Sant'Imbenia
Gli studiosi ritengono si tratti di una villa marittima costruita per l'"otium" di un facoltoso personaggio. Essa doveva svolgere anche una funzione produttiva, di raccolta dei prodotti del fertile entroterra, che era probabilmente organizzato in latifondo, in funzione dell'imbarco verso i mercati d'oltremare. Costruita forse nel I sec. d.C. su un precedente insediamento, fu fiorente fino al II secolo d.C. Pur decaduta, continuò ad essere utilizzata con modifiche e aggiunte strutturali fino al VIII secolo d.C. Il complesso, di cui sono stati messi in luce 49 ambienti, si sviluppa lungo la linea di costa (N/NE-S/SO) per oltre 133 m. È costituito da tre blocchi realizzati con varie tecniche edilizie. Risalgono alle fasi più antiche l'opera cementizia utilizzata per le volte e i nuclei murari di sostegno, l'opera quadrata e l'opera in tufelli di arenaria disposti orizzontalmente su piani regolari, in assoluto quella più utilizzata. Sono inoltre presenti l'opera laterizia, l'opera vittata, l'opera in filari alternati di tufelli e mattoni, l'opera muraria costituita da un nucleo in "opus caementicium" contenuto entro pilastri eretti con pietra arenaria, e l'opera mista. Per l'età altomedievale è documentato l'uso dell'"opus africanum" e per l'età medievale le opere murarie in pietre di calcare a secco o legate con malta. Il corpo N, dove è stato individuato anche un ambiente originariamente a due piani, costituisce probabilmente l'impianto termale annesso alla villa. I vani presentano delle particolarità planimetriche (alcuni sono absidati, uno curvilineo) e ricche decorazioni: pavimenti in mosaico bicolore e policromo con ornati geometrici e figurati, pareti con affreschi lineari policromi e splendidi stucchi con motivi geometrici, floreali, animali e tratti dal repertorio sacro e mitologico. Particolarmente interessante lo stucco di una figura femminile che indossa un mantello e un chitone e che calza dei sandali, nell'atto di allontanarsi da una tavola sulla quale poggiano una coppa ed una base di candelabro. In passato fu rinvenuto uno stucco di Nereide su animale marino. Gli stucchi vengono datati al I sec. d.C. Abbellivano la struttura anche i marmi, tra i quali sono notevoli un capitello ionico di lesena e i rivestimenti parietali lisci e lavorati a traforo. Gli ambienti a S delle terme costituiscono la residenza del "dominus" e sono anch'essi riccamente decorati con affreschi, stucchi, mosaici e rivestimenti marmorei. Ancora più a S, un terzo blocco di vani rettangolari disposti a schiera costituisce la "pars rustica"o "fructuaria" destinata alle attività produttive e di servizio (magazzini, alloggio, servitù, cucine, ecc.). Il complesso era dotato a S e S/E di sistemi di adduzione e canalizzazione delle acque. Presso la villa sono stati individuati e parzialmente indagati i resti di un insediamento e di un'area funeraria di età tardoantica e altomedievale. Come arrivare. Si prende da Alghero la strada per Porto Torres deviando a s. per Fertilia. Al bivio di Fertilia si gira a s. proseguendo in direzione Porto Conte fino a incontrare sulla d. il bivio che porta a Santa Maria La Palma. L'area archeologica si trova a circa m 400 dal bivio, sulla s. della strada.
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