Il Parco di Porto Conte collabora con l´istituto agrario di Santa Maria la Palma
L´istituto agrario di Santa Maria la Palma è una risorsa culturale e formativa che deve essere assolutamente riqualificata e potenziata. Di questo ne è convinta anche la dirigenza del Parco Regionale di Porto Conte guidata dal presidente Antonello Usai che, in quest´ottica, ha stretto quest´anno un importante accordo di collaborazione che consentirà ad una dozzina di studenti di svolgere un periodo di stage all´interno dell´area protetta di Porto Conte.
Il progetto rientra nell´ambito della terza area professionalizzante che coinvolge gli studenti di quarta e quinta superiore durante l´ultimo biennio di formazione della scuola agraria. La terza area dell´anno scolastico in corso prevede il riconoscimento formativo e di qualifica come operatore forestale e gestione del patrimonio ambientale. I ragazzi dunque oltre a seguire delle lezioni teoriche potranno svolgere attività pratiche in area parco imparando a conoscere in maniera approfondita il patrimonio forestale e acquisendo importanti nozioni di silvicoltura. Sarà l´occasione inoltre per apprendere le metodologie di corretta gestione della risorsa ambientale e conoscere le dinamiche di conservazione legate alla flora endemica. Un corso dunque che arricchirà il bagaglio professionale dei futuri agrotecnici. Grazie all´accordo tra il Parco Regionale di Porto Conte e la dirigenza dell´istituto professionale agrario di Santa Maria la Palma che fa capo all´istituto superiore Don Minzoni di Alghero si potrebbero aprire nuove prospettive di rilancio della scuola agraria. Ma soprattutto opportunità di sviluppo per il settore imprenditoriale agricolo che potrebbe cogliere finalmente il valore aggiunto che un area protetta può dare alle produzioni. E uno degli obbiettivi più ambiziosi da raggiungere, annunciato dall´epoca dell´insediamento dal presidente Antonello Usai cioè quello di far entrare nel parco la componente produttiva agricola grazie all´aiuto della scuola, potrebbe diventare realtà. ´ Il Parco deve essere il volano di sviluppo per la componente produttiva-ha sempre sostenuto il presidente Usai-fregiarsi del marchio dell´area protetta vuol dire far acquisire un valore aggiunto alle produzioni e quindi poterle vendere anche ad un prezzo maggiore. Prezzo che verrebbe pagato dal consumatore senza problemi per la consapevolezza di poter gustare un prodotto certificato e biologicamente sostenibile´. Anche il Direttore del Parco Vittorio Gazale che sta seguendo l´iter dell´accordo di collaborazione con la scuola agraria è convinto che la scuola agraria possa dare una mano verso l´ingresso delle zone appoderate nell´area protetta. ´Oggi tutti parchi hanno i loro prodotti agroalimentari certificati-spiega Gazale-e la tendenza del consumatore è quella di indirizzarsi verso il biologico e verso quei prodotti che diano sempre più garanzie di bontà e salubrità. L´ambiente sarà sempre di più trainante nell´economia del futuro. E stiamo puntando anche nella certificazione dei servizi turistici. Il progetto Retraparc finanziatoci dalla comunità europea punta proprio a questo. Creare cioè una rete delle area protette che sotto un unico marchio possano qualificare prodotti e servizi dando nuova linfa all´economia´. Tornando però alla scuola agraria sarà necessario un intervento di riqualificazione strutturale e in questa partita sembra abbia dato disponibilità l´assessore regionale all´agricoltura Andrea Prato.
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