Stop rifiuti radioattivi in Sardegna. La Regione chiama e il Parco di Porto Conte risponde. Relazione tecnica: siti indicati da Sogin non idonei
Stop ai rifiuti radioattivi in Sardegna. La Regione Sardegna chiama ed il Parco di Porto Conte risponde sottoponendo il proprio contributo tecnico che dimostra la non idoneità dei siti sardi proposti dalla Sogin ad accogliere rifiuti radioattivi.
La Direzione generale dell’Assessorato Regionale dell’Ambiente ha chiesto agli organismi competenti, e fra questi, al Parco di Porto Conte, di produrre contributi per la formulazione delle osservazioni che la stessa Regione dovrà formulare alla Sogin (la società di Stato incaricata della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi) sulla proposta di inserimento di diversi siti regionali nella Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee ad accogliere rifiuti radioattivi. Con una articolata relazione, la Direzione del Parco riporta, sito per sito, le ragioni ambientali che rendono i siti individuati per la Regione Sardegna non idonei in attuazione della Guida tecnica Ispra, che in modo chiaro introduce un criterio di esclusione ove sussista la presenza di “aree naturali protette identificate ai sensi della normativa vigente”. Il Parco di Porto Conte, dopo aver precisato che le fondamentali esigenze di tutela e conservazione sono sempre strettamente legate ad un’area di influenza più ampia dei confini stretti dell’area protetta di riferimento (area vasta dell’area protetta) ed, inoltre, che le medesime condizioni di conservazione dipendono anche dalle interconnessioni fra le aree protette e dalla possibilità che si stabiliscano e mantengano specifici corridoi ecologici fra le stesse, conclude che per le condizioni di reciproca influenza che caratterizzano le superfici del sistema delle aree protette della Sardegna (Rete Natura 2000), e per la prossimità delle stesse aree protette ai proposti siti, questi ultimi non possano rappresentare siti idonei per accogliere rifiuti radioattivi.
Gli approfondimenti condotti dalla Sogin per la individuazione dei proposti siti regionali prescindono da questo tipo di valutazioni. Gli uffici tecnici del Parco hanno, al contrario elaborato, sito per sito, puntuali riscontri oggettivi sintetizzati in una precisa cartografia che evidenzia le forti “relazioni di prossimità” dei siti potenzialmente idonei proposti dalla Sogin con le aree protette regionali e la loro conseguente non idoneità per accogliere rifiuti radioattivi. Quanto rappresentato dal Parco, peraltro, colma una lacuna riconosciuta dalla stessa relazione tecnica della Sogin (Relazione tecnica DN GS 00174 rev. 3 del 10 gennaio 2020).
La relazione tecnica della Sogin, infatti, precisa che “nel corso delle eventuali successive fasi del processo di localizzazione, le indagini conoscitive e tecniche dovranno tenere conto dell’eventuale interazione del deposito con le aree protette, i siti Natura 2000, i geositi e gli alberi monumentali presenti”. Come evidenzia la nota completa trasmessa alla Regione (in allegato), con il proprio contributo tecnico il Parco ha inteso colmare una lacuna delle indagini finora operate dalla Sogin e dimostrare che dagli approfondimenti condotti dal Parco riguardanti l’influenza che i siti proposti esercitano sulla aree protette e sulle relazioni ecologiche fra le stesse, gli stessi siti proposti perdono di fatto la loro idoneità potenziale e non posso essere considerati idonei per accogliere rifiuti radioattivi.
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