L'Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana respinge con forza le critiche ricevute da uno sparuto gruppo di pescatori: documento
“Abbiamo sempre cercato il dialogo costruttivo con gli operatori della piccola pesca algherese e negli ultimi anni (da fine 2018), da quando l’Ente Parco è subentrato nella gestione dell’Area marina protetta, abbiamo intensificato le azioni di supporto e coinvolgimento degli stessi pescatori in attività di tutela del mare e salvaguardia delle risorse ittiche. Abbiamo sempre avuto come interlocutore l’Associazione pescatori Banchina Millelire, che rappresenta la gran parte della piccola pesca algherese, e non ci risulta alcuna criticità nei nostri rapporti di collaborazione. Respingiamo, pertanto, con forza le inaccettabili affermazioni di un gruppetto di pescatori che non sappiamo chi siano, ma che possiamo ritenere non abbiano ancora capito bene quale sia il ruolo e l’importanza di un’area protetta anche per tutelare le risorse ittiche, e quindi a tutela anche della loro attività”. Con questa dichiarazione Raimondo Tilloca, Presidente dell’Azienda Speciale Parco di Porto Conte, ente gestore dell’AMP, replica e respinge con forza le critiche ricevute da uno sparuto gruppo di pescatori algheresi che evidentemente non accetta di operare nel rispetto delle regole e della legalità.
“Siamo consapevoli che il comparto della piccola pesca algherese stia vivendo un momento molto difficile” – prosegue il Presidente Tilloca – “e proprio per questo vogliamo migliorare la nostra collaborazione con gli operatori del settore coinvolgendoli in molti dei nostri progetti. Questo è stato capito dalla maggioranza dei pescatori che ritengono che l’Area Marina Protetta sia una ricchezza ed una opportunità, mentre purtroppo una piccola minoranza mal sopporta di rispettare le regole e la legalità, come dimostra la recente operazione della locale guardia costiera che proprio nei giorni scorsi ha portato a termine, nella baia di Porto Conte, all’interno della AMP, una operazione di contrasto della pesca illegale. “Non vorremmo ci possa essere un collegamento fra queste critiche inaccettabili e lo sforzo sempre più rilevante che stiamo facendo, in collaborazione con le forze di polizia (guardia costiera, corpo forestale, guardia di finanza e compagnia barracellare), per contrastare la ancora troppo diffusa illegalità all’interno della nostra area marina protetta”. Così afferma Mariano Mariani direttore dell’AMP e prosegue “la pesca professionale nella nostra, come nelle altre aree marine, è concessa, in deroga alla legge nazionale 394/91, ma prevede delle limitazioni delle modalità di prelievo imposte al livello ministeriale e sancite nel regolamento della AMP. Mentre la maggior parte dei pescatori cerca di rispettare queste regole, con il passare degli anni si sono sviluppate situazioni di trasgressione come la pesca illegale da parte di una minoranza di operatori che continua ad utilizzare la posa di migliaia di attrezzi di cattura oltre il consentito, a danno sia dell’ambiente sia dei pescatori rispettosi delle norme, che giova ribadirlo, sono la maggioranza”.
“Restando poi nel tema della sostenibilità della piccola pesca artigianale – prosegue Mariani – “è doveroso ricordare che in diversi distretti della Sardegna, dove pure non esiste un’area marina protetta, le marinerie locali sospendono autonomamente la pesca di alcune specie, come il polpo, effettuata con le nasse, da settembre a marzo per dare tempo alla specie di riprodursi. Esattamente il contrario di quello che sta succedendo qui da noi, dove invece alcuni operatori moltiplicano gli attrezzi consentiti concentrandoli nella baia di Porto Conte, procurando un danno ambientale notevole a discapito di tutti”. Non ci sono dubbi che la piccola pesca viva un momento difficile e abbia necessità di tutto il possibile supporto da parte delle istituzioni e proprio per questo, negli ultimi anni, con la nuova gestione affidata all’Ente Parco sono state rafforzate le azioni di collaborazione con la marineria Algherese potenziando lo sportello dedicato alla pesca con nuove e più qualificate professionalità rispetto al passato, che hanno portato sin da subito frutti con l’ottenimento di finanziamenti europei ed il coinvolgimento degli operatori della pesca negli stessi progetti come i monitoraggi annuali del pescato ed altre importanti iniziative che riguardano i piani di gestione della piccola pesca ed un progetto sperimentale di sostegno al ripopolamento del riccio di mare. “Sono esempi di progetti che vogliamo incrementare in futuro anche perché oltre a tutelare il mare, prevedono una integrazione economica del reddito dei pescatori” precisa il Direttore Mariani.
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