Impianto eolico al largo di Capo Caccia, osservazioni e opposizioni dell'Azienda speciale Parco di Porto Conte
Sono solide e circostanziaste dal punto di vista tecnico-giuridico le motivazioni ambientali con cui l'Azienda speciale Parco di Porto Conte si oppone al rilascio della concessione demaniale marittima per la realizzazione di un impianto eolico off shore al largo di Capo Caccia. Attraverso un documento tecnico (in allegato al presente comunicato) firmato dal Presidente Raimondo Tilloca l'Ente con sede a Tramariglio elenca tutta una serie di osservazioni finalizzate a sostenere la tesi di opposizione al progetto denominato “Sardinia North-West”. La nota di opposizione è stata inviata alla Capitaneria di Porto di Porto Torres incaricata dal Governo nazionale di effettuare un vaglio preliminare sia in ordine alla sicurezza della navigazione che alla compatibilità delle strutture costituenti l’impianto con le altre attività.
In primo luogo il Parco sottolinea che per le notevoli implicazioni di influenza diretta ed indiretta che l’impianto potrebbe esercitate su aree di protezione ambientale di rilevanza europea (Rete Natura 2000) che insistono nel territorio di competenza del Parco di Porto Conte e della AMP di Capo Caccia-Isola Piana la proposta di intervento deve essere necessariamente sottoposta in via preliminare ad una valutazione di incidenza ambientale (VINCA), i cui esiti per il Parco appaiono scontati. In base alle direttive europee, infatti, visto che l’area richiesta in concessione possiede caratteristiche rilevanti ai fini della conservazione dell’ambiente naturale in relazione alla presenza al suo interno – o in un suo intorno di influenza - di aree protette di livello europeo, ciò origina una condizione per cui qualunque intervento non direttamente connesso alla conservazione del sito debba essere preventivamente sottoposto ad idonea valutazione di incidenza ambientale. La VINCA prescinde dunque, nella sua applicazione, dal fatto che l’area richiesta in concessione sia a circa 10 miglia nautiche dal margine esterno della ZSC ITB 010042 (area della rete Natura 2000 di pertinenza dell’Azienda Speciale Parco di Porto Conte). Per le ragioni contenute nella nota del Parco, infatti, l’investimento, nonostante la distanza dalla costa, avrebbe comunque una influenza rilevante su habitat e specie protette della ZSC ITB 010042. Ed in ogni caso il cavo sottomarino di collegamento dell’impianto a terra e quello terrestre di collegamento da Alghero a Fiume Santo andrebbero ad interferire direttamente su habitat e specie dell’area Parco e della più ampia area protetta ZSC ITB 010042. Nel caso in argomento la valutazione di incidenza ambientale (VINCA) non è stata contemplata nel crono programma proposto dalla società Avenhexicon S.r.l, e la stessa VINCA è una procedura da considerare distinta dalla valutazione di impatto ambientale (VIA).
Il punto centrale delle argomentazioni di opposizione formulate dal Parco è quindi legato alle interferenze esterne ed interne all’area protetta; queste ultime sono da ricondurre ai tracciati del cavidotto sommerso che passerebbe all’interno della ZSC ITB 010042 ed interferirebbe con gli habitat di interesse comunitario prioritario del coralligero e della prateria di posidonia, mentre il cavidotto terrestre intercetterebbe il margine orientale della stessa ZSC all’altezza della laguna del Calich con evidenti conseguenze per gli habitat e le specie della stessa laguna.
Ma l’aspetto più rilevante e sostanziale delle argomentazione di opposizione dell’Ente Parco attiene al fatto che lo specchio acqueo al largo di Capo Caccia che conterrebbe al proprio interno le 27 pale eoliche su strutture di fondazione galleggianti, benchè esterno alla ZSC ITB 010042 rappresenta un’importante area di foraggiamento durante il periodo riproduttivo per almeno due specie di procellariformi inclusi nell’all. I della Direttiva 2009/147/CE che nidificano all’interno della ZSC ITB 010042: l’uccello delle tempeste e la berta maggiore. Non si tratta di una mera ipotesi, ma di tracciati precisi ed oggettivi (riportati con dovizia di particolari nella nota del Parco), monitorati dal Parco in collaborazione con ISPRA, ed ottenuti grazie ai GPS posizionati su diversi esemplari delle due specie. In conclusione, pertanto, esistono per l’Ente Parco oggettive argomentazioni di tipo conservazionistico, sostenute dal quadro regolamentare europeo, per una fondata opposizione alla realizzazione del progetto in argomento.
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